mercoledì 1 gennaio 2014

Servizio Pronto soccorso aeroportuale a rischio per riforma Croce Rossa?

Estratto da Messaggiero veneto

 Il direttore della Cri Fvg, Pietro Pipi, ha inoltrato all’inizio della settimana una proposta di convenzione ad Aeroporto Fvg spa, da attivarsi sin dal primo gennaio, quando la struttura sanitaria potrebbe smantellare la postazione ospitata nello scalo ronchese.

Un’eventualità di fronte alla quale Dressi ha risposto a muso duro a Pipi, diffidando la Croce Rossa dal procedere alla sospensione del servizio pubblico, evidenziando i risvolti penali dell’azione.



RONCHI DEI LEGIONARI. La scadenza della convenzione tra il comitato centrale della Croce rossa e il Ministero della Salute, che regola l’erogazione del servizio di pronto soccorso sanitario negli aeroporti italiani, mette a rischio l’attività di 17 scali.

Tra questi anche quello di Ronchi: nelle giornate centrali delle festività natalizie non si è interrotto il pressing del comitato regionale della Cri sulla spa che gestisce il Savorgnan di Brazzà.

 Lo scambio di missive - anche dai toni piuttosto secchi - ha un unico obiettivo: scongiurare la sospensione del servizio di pronto soccorso che, come indicato in una comunicazione dal presidente della società di gestione dello scalo Sergio Dressi, «potrebbe compromettere l’erogazione del servizio pubblico aeroportuale».

 A scatenare il riordino che fa di fatto cessare la convenzione siglata nel 1988 a Roma, è un decreto legislativo del settembre del 2012, con il quale si dispone che i comitati provinciali e locali della Croce rossa assumeranno, a partire dal 2014, la personalità giuridica di diritto privato.

 Tra gli effetti, la riorganizzazione del servizio, che garantisce un presidio di primo soccorso negli scali nazionali: alla fine dello scorso mese, una riunione a cui hanno partecipato i referenti delle società di gestione degli aeroporti coinvolti, i rappresentanti del Ministero, dell’Enac e della Cri, ha stabilito che il servizio resterà a gestione statale soltanto negli scali di Lampedusa, Trapani, Roma Urbe, Grosseto Baccarini, Crotone Sant’Anna e Reggio Calabria.

 Negli altri 17 aeroporti – compresi quelli di Ronchi, Verona e Treviso, per i quali è competente il Comitato Cri Veneto-Fvg – toccherà alle società di gestione farsi carico dei costi del servizio che – in virtù sulle normative che regolano l’assegnazione degli appalti per gli enti pubblici e le società controllate - potrebbe peraltro liberamente essere assegnato a soggetti diversi dalla Croce rossa.

 Il dicastero retto da Beatrice Lorenzin (Ncd) si è dichiarato in ogni caso disponibile a facilitare un accordo tra Cri ed enti gestori degli scali toccati dalla riforma, caldeggiando (come fatto dall’Enac) una sorta di prorogatio per i primi sei mesi del nuovo anno, in attesa che i contorni normativi vengano delineati con maggior chiarezza.

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