sabato 1 giugno 2013

Croce Rossa comitato provinciale di Frosinone, intervista al apresidente Pia Cigliana

Continua il tour delle inteviste a Soci e a responsabili di Croce Rossa
Oggi pubblico la prima parte dell'intervista a Pia Cigliana Presidente del Comitato provinciale di Frosinone
Chi volesse proporsi o proporre un'intervista o un tema può contattarmi e vedremo cosa sarà possibile fare.


Buongiorno Pia tu sei presidente storica di un comitato come ha vissuto le elezioni dopo tanto tempo di commissariamento?
 
E' stato un bel momento devo dire,soprattutto perchè quando si restituisce la parola ai soci si verifica  quello che si è fatto, insomma si crea un confronto con se stessi e con gli altri.
Avevamo predisposto un programma strategico l'avevo studiato insieme alle persone  con cui in questi anni avevo lavorato e collaborato, anche perchè nonostante il commissariamento abbiamo sempre cercato  di fare  una gestione condivisa del Comitato e delle attività di Croce Rossa. Devo dire che il risultato poi ci ha premiato.
 
Leggendo i risultati elettorali si nota che una percentuale di soci significativa e territorialmente non omogenea hanno votato l'altro candidato, questo fatto e questi numeri ti sono stati utili?

Si, sono stati utili nel senso che il confronto è sempre una cosa utile. Inoltre sono stata ben contenta che qualcun'altro si fosse candidato,  altrimenti sarebbero state elezioni di tipo bulgaro e questo,ovviamente, non è bello. In un gruppo ognuno ha le sue idee e anche i soci hanno espresso le proprie opinioni; l'unanimità nel voto  non credo possa esistere, se c' è democrazia. E poi la distribuzione del voto ci ha stimolato a riprendere un dialogo più costruttivo.
 
Sul sito del Comitato nazionale è presente la scaletta per i lavori dello Statuto con tempi precisi e scadenze serrate, come vissuto quale presidente e come, secondo te, stanno vivendo i soci delle nove realtà territoriali della Provincia di Frosinone questo momento di passaggio?

Per quanto mi riguarda la scaletta è molto stretta. 
Non nascondo di vivere questa cosa anche con un senso di disagio, perchè ad esempio, già nella assemblea del 4 maggio , molti di noi me compresa, si sono trovati di fronte un testo di statuto che hanno visto quasi per la prima volta (qualcosa era circolato su internet). 
Confesso il mio limite personale di non riuscire ad esprimere un'opinione o farmi un'idea di qualcosa se prima non la leggo approfonditamente almeno un paio di volte. E poi, così all'improvviso, non riesco a contestualizzare rispetto alle norme, a quello che c'è prima e quello che viene dopo e così via. Anche per me quindi è stato l'inizio di un momento di studio che è iniziato subito dopo quella riunione ed è stato condiviso con i delegati di area provinciale, da quello studio abbiamo tirato fuori alcuni emendamenti che poi abbiamo proposto.
Adesso vedremo di ampliare questa discussione anche se questo testo è già stato di visionato il 25 maggio della riunione dei presidenti regionali e quindi siamo in attesa di questa nuova bozza per vedere che cosa è stato recepito delle osservazioni che abbiamo avanzato e dei suggerimenti che sono arrivati del territorio, che so essere sono molti.
Quindi alla luce di quello che sarà il "testo del 25" faremo degli incontri. Credo che i soci stiano vivendo questo passaggio con un interesse vivo ma allo stesso tempo parziale: ai soci interessa molto il contesto operativo (perlomeno in questo territorio). Riguardo alle discussioni che attengono anche alle norme, le regole c'è forse un po' meno interesse.

Due argomenti aperti sulla bozza di statuto che hanno impatto strettamente operativo, il primo è il livello di autonomia dei comitati locali, il secondo è il modello di elezione "per lista" che in un ambito locale (dove i numeri potrebbero essere tali da non permettere due liste distinte) potrebbe limitare la vivacità del confronto delle varie idee dei soci. Qual'è la tua posizione su questi temi? 
Abbiamo affrontato l'argomento dell' effettiva autonomia dei comitati  infatti uno degli emendamenti che abbiamo proposto riguarda questo problema. Leggendo la bozza attuale non si capisce quale sia l'effettiva autonomia dei comitati che sembrano veramente controllati in modo molto stringente dal Comitato Regionale. Credo che occorra aggiustare qualche cosa, migliorare, perchè effettivamente si tratta di far quadrare il cerchio: "coniugare l'autonomia con con un senso di appartenenza e di coordinamento legato al fatto che siamo UNA società di Croce Rossa che opera su tutto il territorio nazionale", ci sono alcune questioni importanti sulle quali è necessario rimanga un coordinamento forte, altrimenti ognuno fa la propria croce rossa comunale o "del campanile" però ,d'altra parte, se autonomia deve essere che sia autonomia in senso ampio e concreto: ci deve essere un effettiva possibilità di decidere se accettare un servizio, di intraprendere un rapporto di convenzione, di gestire le finanze del Comitato. Questo ad oggi non è ancora chiaro.
 
Stai facendo riferimento al controllo di legittimità operato dei Comitati Regionali sul i comitati locali oltre alla gestione del personale dipendente? 
Esattamente, ai commi dai quali appare che il Comitato Regionale può "fare tutto" abbiamo chiesto di inserire quantomeno "previo accordo vincolante con i presidenti dei Comitati interessati"

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