martedì 5 febbraio 2013

Esempio di progetto:"Bridge the language gaps in relieving suffers"

Scheda sintetica di progetto
"Bridge the language gaps in relieving suffers"

Soccorrere andando oltre le difficoltà della lingua

A volte possono essere un po' difficili da compilare,sicuramente è faticoso....
Nonostante questo l'aver compilato una scheda sintetica di progetto può essere la differenza tra riuscire e non riuscire in un'impresa: realizzare qualcosa di nuovo

La scheda sintetica di progetto è un documento volto a rappresentare in ottica prospettica quello che vogliamo fare , come lo vogliamo fare in auli tempi e con quali risorse.
L'aver fissato dei punti fermi da raggiungere ci permetterà di comprendere se stiamo "navigando" nella direzione desiderata oppure se è necessario un correttivo.

Una scheda di progetto tipica dovrebbe contenerealcune informazioni base:
  • Un titolo e uno slogan che rendano immediatamente l'idea dell'obiettivo
  • Il contesto, una breve descrizione del mondo nel quale vogliamo operare.
  • L'esigenza che ci ha portato a proporre un progetto di attività
  • Gli  obiettivi che ci si pone
  • Il tempo di realizzazione  del progetto (o almeno del progetto pilota)
  • I beneficiari principali e secondari (indiretti) del progetto stesso
  • Le attività che vogliamo mettere in essere per rispondere all'esigenza
  • Il come vogliamo realizzarle (strategia)
  • I risultati attesi e i misuratori di risultato
  • Il budget e i partner nel progetto

A partire dall'idea pubblicata nel mio ultimo post "soccorrere chi non parla italiano" ho provato a realizzare la prima bozza della scheda di progetto.

La propongo alla blogsfera per suggerimenti, consigli e anche, perchè no?, qualche critica

Languages Vademecum

(Bridge the language gaps in relieving suffers)

Contesto

Popolazione straniera nell'UE

(Fonte eurostat)
Il numero totale di stranieri (individui che non sono cittadini del paese in cui risiedono) dimoranti nel territorio di uno Stato membro dell'UE alla data del 1° gennaio 2010 era di 32,5 milioni di persone, pari al 6,5 % della popolazione dell'UE-27. Più di un terzo (12,3 milioni di persone in totale) di tutti gli stranieri che risiedevano nell'UE-27 al 1° gennaio 2010 era costituito da cittadini di un altro Stato membro dell'UE.
In termini assoluti, il numero più elevato di stranieri residenti nell'UE si registra in Germania (7,1 milioni di persone al 1° gennaio 2010), Spagna (5,7 milioni), Regno Unito (4,4 milioni), Italia (4,2 milioni) e Francia (3,8 milioni). Gli stranieri residenti in questi cinque Stati membri rappresentano complessivamente il 77,4 % del totale di stranieri nell'UE-27, mentre gli stessi cinque Stati membri hanno una quota del 62,8 % dell'intera popolazione dell'UE-27. In termini relativi, lo Stato membro dell'UE con la quota più elevata di stranieri è il Lussemburgo, dove essi rappresentavano all'inizio del 2010 il 43,0 % del totale della popolazione. Gli stranieri residenti in Lussemburgo sono in grande maggioranza (86,3 %) cittadini di altri Stati membri dell'UE. Alla data del 1° gennaio 2010, una quota elevata di stranieri (il 10 % o più della popolazione residente) era registrata anche in Lettonia, Cipro, Estonia, Spagna e Austria.
Nella maggior parte degli Stati membri gli stranieri sono in maggioranza cittadini di paesi non membri dell'UE (paesi terzi). All'inizio del 2010 i cittadini di altri Stati membri dell'UE rappresentavano invece la maggioranza degli stranieri in Lussemburgo, Irlanda, Belgio, Slovacchia, Cipro e Ungheria. Nel caso della Lettonia e dell'Estonia, la quota di cittadini di paesi terzi è particolarmente elevata per effetto dell'alto numero di stranieri riconosciuti: si tratta principalmente di cittadini dell'ex Unione sovietica che sono permanentemente residenti in tali paesi senza aver acquisito la cittadinanza lettone/estone o un'altra cittadinanza.
Quanto alla distribuzione per continente di origine degli stranieri di paesi terzi che risiedono nell'UE, la quota più elevata (36,5 %) è costituita da cittadini di un paese europeo non membro dell'UE-27. In totale essi sono 7,2 milioni, di cui più della metà provenienti da Turchia, Albania e Ucraina. Seguono poi gli stranieri provenienti dall'Africa (25,2 %), dall'Asia (20,9 %), dalle Americhe (16,4 %) e dall'Oceania (0,9 %). Più della metà dei cittadini di paesi africani residenti nell'UE proviene da paesi dell'Africa settentrionale, spesso Marocco o Algeria. Molti degli stranieri di origine asiatica residenti nell'UE provengono dall'Asia meridionale o orientale, in particolare da India o Cina. I cittadini di Ecuador, Brasile e Colombia costituiscono la quota più elevata di stranieri di origine americana residenti nell'UE.
 

L'esigenza - la carenza da mitigare

Dato l'alta percentuale di presenze straniere nei territori nazionali oggi, a differenza degli scorsi anni, i beneficiari delle attività di supporto ai vulnerabili includono una percentuale rilevante di soggetti che non conoscono o hanno una conoscenza limitata della lingua nazionale.
La padronanza delle lingue straniere tra gli operatori che hanno diretto contatto con i vulnerabili è generalmente insufficiente a sorpassare la barriera linguistica che si presenta nel caso che il beneficiario dell'attività dell'operatore non padroneggi la lingua del paese ospitante; anche ne caso di conoscenza comune da parte dell'operatore e del vulnerabile di una cosidetta lingua “neutra” (inglese o francese) è estremamente raro che la padronanza di entrambi sia tale da inpedire difficoltà di comunicazione.
Occorre quindi mettere in atto azioni utili al sorpassare o mitigare la barriera linguistica nelle attività di supporto ai vulnerabili


Obiettivi:

Aspirazione del progetto è la riduzione la barriera linguistica che sempre più spesso si presenta nelle attività di supporto ai vulnerabili
I primi prodotti del progetto saranno:
1) la diffusione di "frasari" tematici (in forma elettronica, cartacea, stampabile, app per il cellulare ecc.... ) che siano strumenti utili nei vari ambiti di supporto ai vulnerabili ove è presente una difficoltà legata alla lingua.
2) la realizzazione di una rete di singoli cittadini/istituzioni/enti vati che collabora spontaneamente alla realizza realizzazione e diffusione di questo genere di ausili

Beneficiari:

I beneficiari diretti della buona riuscita del progetto sono i soggetti che si trovano in posizione di vulnerabilità e che, necessitando di un supporto urgente, avranno la materiale possibilità di accedere ai servizi offerti dalle organizzazioni che offrono supporto al pari degli altri soggetti che hanno padronaza della lingua comunemente utilizzata nel Paese ove si trovano
Beneficiari indiretti sono individuati negli operatori delle organizzazioni che offrono supporto ai vulnerabili in vari ambiti e, in generale alla organizzazioni stesse; i primi potranno massimizzare la propria attività mentre le organizzazioni ridurranno l'effort necessario per sanare in una prima fase emergenziale la carenza comunicativa.

Attività

Sensibilizzazione all'esigenza tramite pubblicazioni, incontri specifici, campagna di comunicazione orientata agli operatori e alle organizzazioni
Realizzazione di una rete di soggetti che co-promuovano i prodotti del progetto e collaborino alla realizzazione.
Redazione delle linee metodologiche per la realizzazione dei frasari da distribuire e degli ausili
Promozione tramite i canali di comunicazione istituzionali del progetto

Strategie e metodologia

Per la realizzazione del progetto si vuole applicare la seguente metodologia di lavoro
Partenariato e alleanze interni e con le comunità con cui ci opera, al fine di reperire sia mezzi (economici e non) che competenze per moltiplicare i risultati
attuazione un sistema a “rete paritetica” ove ogni gruppo o singolo abbia pari dignità e posa proporre facilmente a tutta la comunità partecipante al progetto di affrontare una specifica vulnerabilità su cui far confluire gli sforzi di tutti
A livello decisionale, in ottica di trasparenza e di fiducia reciproca, sarà l'intera comunità interessata e non solo l'organizzione proponente.
la fiducia della comunità e delle istituzioni del territorio in cui si opera.
attuazione del miglior compromesso tra valorizzazione delle esperienze e capacità già acquisite dalla struttura o dai singoli e innovazione dei modelli organizzativi e rotazione degli incarichi interni in modo da garantire sia continuità d'azione che innovazione.
Istituzione di un Comitato di Coordinamento formato dai rappresentati delle organizzazioni partner e di singoli partecipanti.
L’impatto dell’azione di questa forma di "équipe" sulla comunità potrebbe essere decisivo; infatti, i membri del comitato di coordinamento cercheranno di convogliare tutte le risorse istituzionali a disposizione del territorio verso il soddisfacimento dei bisogni degli utenti mediante la creazione di nuovi servizi, raggiungendo, così, obiettivi comuni diretti al benessere della collettività.
Per realizzare questo tipo di strategia è necessario che i dirigenti dei servizi riescano a chiarire fino in fondo le aree ed i settori di reciproca competenza.
La rete fra le istituzioni può essere nutrita e prodotta non solo dai Comitati di coordinamento dei servizi ma anche attraverso la costituzione di una sorta di "agenzia di segretariato e d’informazione".
Tale organizzazione non si prefigge di svolgere nessuna prestazione diretta agli utenti ma ha il compito di tenere un continuo e sicuro raccordo tra le varie istituzioni. Essa può essere considerata un punto di riferimento per gli operatori ma anche per tutte le persone alle quali, in particolare, fornisce informazioni preziose soprattutto quando è necessario capire quali sono le risorse disponibili nella comunità.



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