mercoledì 15 maggio 2013

"non abbiamo dimostrato di essere al'altezza" Croce Rossa Flavio Ronzi presidente del comitato provinciale di Roma

ggi pubblico la prima parte dell'intervista a  Flavio Ronzi.
La seconda parte non appena trascritta la registrazione dell'intervista.

Ricevute per mail le prime risposte ho reputato di parlare con Flavio Ronzi al fine di riportare il più correttamente possibile il suo pensiero,


Quali temi sono stati presentati nell'assemblea del 4 maggio scorso?
Credo di non saperlo più. Pensavo che dovessimo confrontarci su strategie d’urgenza per la gravissima situazione economico-finanziaria. Pensavo dovessimo decidere come salvare l’Associazione che dovrà nascere, fare proposte su quest’anno di trasformazione, tutto in ritardo, pieno di incertezze e con mille problemi ancora irrisolti. Pensavo fosse il momento dei gesti di responsabilità collettiva per salvare la Croce Rossa, per dei soci che ci hanno affidato la responsabilità e il dovere di rappresentarli.



Quali le tue impressioni personali sull'assemblea del 4 maggio scorso?
Impressioni?
Abbiamo perso una buona occasione per dimostrare che eravamo all’altezza del compito. In alcuni momenti ho pensato di essere ad una brutta imitazione di un’assemblea secessionista dove qualcuno teneva le bandiere  nascoste nella borsa, per pudore.

Ma la colpa non è di chi ha parlato dicendo cose orribili, è infatti più nostra, di chi per vergogna o disamore, si è rifiutato di abbassarsi a certi comizietti da tribuna elettorale regionale.

Ma se permetti regalo qualche dato approssimativo a memoria: era presente meno della metà dei Presidenti d’Italia.

Ci sono stati due-tre interventi del centro, 0 del sud, gli altri del nord.

Al Presidente di Ascoli che raccontava la sua storia di mutuo supporto e Unità sono partiti i fischi mentre al Direttore Generale i gestacci da stadio.

Gli interventi non erano disciplinati quindi si sono protratti per 15, 20, 30 minuti.
Mi pare una sola proposta scritta presentata. Non si è votato né discusso nulla, punto per punto: né Statuto né crisi di cassa.

Molti interventi basati sulla ”tesoreria unica sì” o “tesoreria unica no” che, se pensiamo che è obbligatoria per gli enti pubblici da 10 anni, è come discutere se “omicidio sì” o “omicidio no”, senza che nessuno avesse un guizzo con proposte almeno coraggiose tipo: “privatizziamo i comitati locali domani mattina allo stato di fatto”. Con questi fatti servono anche le impressioni?...o forse è stata tutta solo un’allucinazione



Termini ricorrenti in questi mesi sono "trasparenza", "partecipazione" e "condivisione", vengono però declinati in modi diversi.
Vuoi illustrarci come personalmente interpreti e intendi declinare queste idee in azioni sul territorio del comitato di cui sei presidente e sul territorio nazionale?

Sono la base di una società democratica ma diventano meri e inutili ammennicoli se abusati nel linguaggio e usati come specchietto per le allodole e non come scopo di un sistema culturale fatto di modelli comportamentali.

La partecipazione, la condivisione e la trasparenza si costruiscono e si manifestano nel modo di comportarsi, non nel trucco dell’organizzare delle assemblee di massa o dell’iper-informazione on line tanto per mettersi la coscienza apposto e guidare un po’ di dibattito.




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