mercoledì 5 marzo 2014

Roma - protesta dei lavoratori di Croce Rossa


(ANSA) - ROMA, 5 MAR - "Cinquanta lavoratori del Centro di Educazione Motoria (Cem) della Croce Rossa sono saliti sui ponteggi montati per la ristrutturazione del palazzo", a Roma, per protestare contro il precariato e "difendere il lavoro e i malati". Lo ha reso noto la Cgil Funzione pubblica di Roma. La protesta è iniziata oggi pomeriggio in via Ramazzini al Portuense. "Continuerà fino a un intervento davvero risolutivo", annuncia un comunicato.
(ANSA) - ROMA, 5 MAR - "Questi lavoratori, dopo aver passato 15-20 anni di precariato nella Croce Rossa Italiana (Cri), stanno mettendo a repentaglio la loro sicurezza, arrampicati sui ponteggi al buio, per richiamare l'attenzione della Regione, della ASL e dei Ministeri vigilanti sulla propria condizione e su quella dei malati che assistono - si legge nella nota della Cgil -. Con la trasformazione della Cri in un soggetto di natura privata, i servizi in convenzione e quelli ritenuti non produttivi sono stati alienati. Dopo un percorso di lotta dei lavoratori e delle famiglie dei malati, si è scongiurata la chiusura del Cem e i lavoratori hanno potuto continuare ad assistere i disabili - del tutto non autosufficienti, con problemi psico-motori gravissimi - con la presa in carico da parte della Regione Lazio. Solo dopo aver assicurato la continuità dell'assistenza i lavoratori hanno iniziato a porsi la questione del proprio destino, che prevedeva solo e unicamente il licenziamento". "Dapprima è stato sottoscritto un protocollo con la Regione che prevedeva la presa in carico del servizio e l'assorbimento di questi lavoratori nella Asl, protocollo che i Ministeri vigilanti hanno bocciato gettando i lavoratori, il servizio e i malati, nella totale incertezza". "A questo punto si è sottoscritto un nuovo affidamento da parte della Regione al Comitato Provinciale della CRI che, nel frattempo, si è trasformato da ente pubblico in soggetto privato. Ai lavoratori è stato proposto un contratto precario, con il peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro e senza nessuna garanzia di continuità nel tempo del proprio impiego. Proprio questa ci pare la cosa peggiore, che dei malati così gravi, non autosufficienti e totalmente dipendenti dall'assistenza professionale e continua, non ricevano la garanzia della continuità assistenziale e che si sia assunta come logica solo quella del profitto e del pareggio del bilancio. Che un servizio essenziale possa essere tenuto aperto o chiuso secondo la stessa logica di mercato di una bottega. I lavoratori reclamano il riconoscimento della propria professionalità, della dignità loro e degli assistiti e la giusta considerazione di questo problema da parte delle istituzioni fino a questo punto totalmente incapaci di garantire stabilità. La protesta continuerà ad oltranza, assicurando con turnazioni l'assistenza ai malati, fino a quando non ci sarà un intervento davvero risolutivo".(ANSA).



Per il Gigante di turno: Se non gradirsi il fatto che esistono dei giornalisti  potrai affermare che i giornalisti dell'ansa sono i "soliti Soloni frustrati" che cercano solo lo scoop 

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