In questi giorni molti amici e conoscenti mi hanno chiesto un parere sulle prossime elezioni interne dell'associazione Croce Rossa Italiana.
A dire il vero, alcuni di questi mi hanno chiesto di supportare i candidati rappresentati leggendone i programmi ed esprimendo un consiglio e, ove necessario, anche delle critiche.
Il consiglio comune a tutti è stato di inserire nel programma un qualche impegno per superare i limiti antidemocratici dell'attuale regolamento elettivo.
Anche se alcune persone si scaglieranno in modo violento e probabilmente scorretto contro un pensiero diverso da quello "prevalente" (o per meglio dire proposto da chi oggi detiene il potere decisionale interno) voglio rivolgermi a quei soci e quei cittadini di mentalità aperta che sono disposti al confronto.
Ebbene sì, pur nel rispetto di tutti e contrariamente all'opinione dell'attuale "governace"
interna dell'associazione, considero l'attuale regolamento una grave
distorsione dei principi che sottintendono alla realizzazione di una
associazione di volontariato ed ad un movimento aperto a tutte la fasce
della popolazione.
Prima
Prima della riforma del sistema elettorale i consigli direttivi erano composti da:
- alcuni (da 3 a 6) rappresentanti "settoriali" scelti da chi svolgeva in modo prevalente una specifica attività, in particolare:
- chi si impegnava nel soccorso sanitario (volontari del soccorso),
- dei giovani (generalmente under 25),
- la rappresentante della cosiddetta sezione femminile (generalmente di fascia over 50)
- il rappresentate dei donatori di sangue, del militari (corpo militare prettamente maschile composto principalmente da logisti e personale sanitario specializzato)
- La rappresentante delle infermiere volontarie (corpo esclusivamente femminile composto da personale sanitario qualificato)
- 6 rappresentati di scelti in modo diretto e propozionale ai voti da tutti i soci.
Qualora però le correnti interne siano notevolmente frazionati il sistema proporzionale riflette questo frazionamento reale anche all'interno del consiglio direttivo, con conseguente forte instabilità (se i membri del consiglio non riescono a trovare il "giusto mezzo").
Viceversa dove la conflittualità interna viene ben gestita questo sistema può portare a sistemi consociativi e di "governance" ottimali ben mediando le esigenze di tutti in quanto tutti sono rappresentati.
Oggi
Dopo la riforma elettorale interna invece i consigli direttivi sono ridotti a 5 elementi eletti a lista chiusa con voto uninominale e le componenti sono di fatto sorpassate.questo significa che un socio può esprimere una sola preferenza per una sola lista e che la lista che ottiene anche solo un voto in più vince il 100% dei posti in consiglio.
Il sistema è esattamente opposto a quello precedente e garantisce una forte governabilità (all'interno della lista saranno presenti persone che aderiscono alla medesima linea di pensiero) a svantaggio della tutela delle minoranze.
Inoltre lo stesso consiglio direttivo racchiude in sè poteri decisionali ma anche disciplinari, questo a maggior spregio della garanzia delle minoranze non rappresentate.
Unica clausola di salvaguardia riguarda il rappresentante dei giovani.
Le differenza pratiche
Molto brevemente, la differenza fra proporzionale e maggioritario si può riassumere così: il maggioritario favorisce la governabilità, il proporzionale favorisce la rappresentatività: col primo il consiglio direttivo è egemonizzato da poche persone, col secondo invece ha una composizione abbastanza fedele all'orientamento degli elettori.
Facciamo un caso pratico:
Portando il numero dei membri del consiglio direttivo a 7 ed immaginiamo che in una realtà di un comitato territoriale di 100 persone siano presenti 2 linee di pensiero sulle future attività che l'associazione dovrebbe mettere in campo e che al momento delle elezioni si abbia il 51 voti validi espressi la linea interna A ed il 49 per la lista B.
Con un sistema proporzionale il consiglio direttivo sarebbe stato composto da una maggioranza di 4 membri e una di minoranza di 3 membri.
Con un sistema attuale il consiglio direttivo sarebbe stato composto da una maggioranza di 7 membri e una di minoranza di 0 (zero) membri.
Entrambe le soluzioni sono poco soddisfacenti, la prima porta ad una bassa governabilità (la maggioranza potrebbe divenire ostaggio di un consigliere), mentre la seconda potrebbe permettere l'instaurarsi di una "tirrania"(speriamo illuminata) e di un "pensiero unico" a scapito del diritto dei 49 soci di essere rappresentati.
La proposta
Come abbiamo visto, non esiste un sistema elettorale che si possa considerare perfetto, ma entrambi i tipi possiedono i propri vantaggi e i propri svantaggi. Per ovviare a tali inconvenienti, cercando di recuperare le caratteristiche positive di ciascun sistema ma limitando quelle negative, si sono col tempo andati a elaborare sistemi corretti, o misti, dei due modelli originari.
Purtroppo il regolamento elettorale emesso dal governo interno dell'associazione non prevede alcun meccanismo correttivo, come è facilmente immaginabile considerando che l'attuale governo dell'associazione è diventato "rappresentativo" proprio grazie ad un sistema privo di garanzie per le minoranze tipiche del sistema proporzionale.
Rimane quindi solo la buona volontà dei candidati che possono proporre ai concorrenti (e non avversari) e ai soci di includere nelle sedute di consiglio almeno come membri senza diritto di voto coloro che pur avendo ricevuto almeno il 30% delle preferenze non sono stati eletti, impegnandosi almeno a considerare importante le diverse opinioni.
E quindi si avrebbe un consiglio allargato, più ricco di idee e di proposte, minore conflittualità nascosta e maggiore unione di intenti.
Tutto ciò è possibile a patto che gli eletti siano persone fortemente democratiche e che vogliano operare su mandato dei soci e non divenire dei presidenti e consiglieri dittatori, come purtroppo pare stia accadendo in un numero crescente di casi.
Le reazioni a questo pensiero
Mi aspetto che alcune persone di scaglino violentemente contro questa visione e questo pensiero.Poche saranno le critiche costruttive, ancora minori saranno le persone che pur apprezzando la proposta e l'analisi effettuata avranno il coraggio di sfidare l'attuale pensiero unico.
Molti saranno gli "omicchi partigiani" che sberfeggieranno la mia persona perchè quanto dico è distante da quanto "ortodosso".
Perchè ho scritto questo post
Lascio ad alcune citazioni il perchè:"Rinunciate al culto innaturale che ci annienta. [...] Un tratto della vostra penna e il mondo è creato una seconda volta. Dateci, sire, la libertà di pensiero!"
"Contro la stupidità gli stessi dei lottano invano. "
"Re! re, sempre e soltanto re! Nessun'altra risposta se non questa eco vuota e vana? Batto a questa rupe chiedendo acqua, acqua per la sete che mi divora: e mi si restituisce oro rovente. "
"Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… "
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